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giovedì 17 maggio 2012

Sei OMOFOBO ? Allora forse sei Gay ?


Sei omofobo? Allora (forse) sei gay

OkNotizie
Tags: omosessualità, scienza
Un commento
di Nicola Di Turi

“Sei omofobo? Allora sei gay”. Il titolo dello studio apparso sulle pagine del New York Times potrebbe apparire solo uno slogan, in realtà vorrebbe dare una risposta a un luogo comune diffuso: c’è un nesso tra omofobia e omosessualità? “Gli impulsi omosessuali, quando repressi per vergogna o paura, possono essere espressi attraverso l’odio omofobo”. È questa la tesi di fondo dello studio di due psicologi americani, pubblicato sulle pagine del quotidiano americano. La ricerca, disponibile anche online, è stata condotta da Richard M. Ryan e William S. Ryan, psicologi e accademici di due diverse università americane, la Rochester University e la California University di Santa Barbara.I due ricercatori hanno sottoposto 784 studenti universitari ad un test, in cui gli allievi prima di tutto hanno dovuto manifestare il loro orientamento sessuale da 1 (gay) a 10 (etero), dopodiché sono stati sottoposti ad un esame del loro orientamento sessuale “implicito”. Tutti hanno dovuto associare le foto a sfondo sessuale che apparivano sullo schermo di un computer, alla categoria cui secondo loro appartenevano (gay o etero) e il più velocemente possibile, con i tempi di risposta registrati da un misuratore automatico.
Ma prima della proiezione delle foto, sullo schermo apparivano per 35 millisecondi anche le scritte “me” o “altri”. La logica del test era quella per cui se una persona dichiaratasi “etero” avesse incontrato un’immagine “etero” leggendo poi a fianco la parola “me”, avrebbe collocato la foto al posto giusto più velocemente che leggendo la parola “altri”.
Eppure il 20% di coloro che si erano dichiarati “altamente eterosessuali” hanno ordinato più velocemente le immagini “omo” accompagnate dalla parola “me”, che le immagini “etero” accompagnate dalla stessa parola, nonostante il loro orientamento sessuale fosse appunto etero, perciò avrebbero dovuto avere più dimestichezza con questo tipo di immagini anziché con quelle “omo”.
In pratica, interrogati a livello inconscio, parte degli studenti hanno manifestato un orientamento sessuale diverso da quello dichiarato, poiché hanno dimostrato maggiore dimestichezza e velocità nell’ordinare immagini “omo”, sebbene si fossero dichiarati “etero”. Perciò, gli studiosi hanno sostenuto che il loro orientamento sessuale etero era ostentato inizialmente solo per coprire degli istinti repressi, emersi successivamente poiché messi alla prova a livello inconscio. E questo atteggiamento li avrebbe potuti portare presto a praticare violenza contro chi invece non fa mistero della propria omosessualità.
Ma è riconosciuto anche a livello scientifico un legame tra omosessualità e omofobia? “Chi ha una serie di paure per colui che è diverso, inteso come colui che non è ricollegabile a quella che è considerata “la norma” (anche sessuale), può reagire violentemente contro il dissimile”, spiega a Panorama.it Mario Antonio Reda, psichiatra e psicoterapeuta del Policlinico “Le Scotte” di Siena. “Ci sono delle persone che seguono uno stile di vita cosiddetto normativo –continua Reda- e ciò potrebbe dare loro il pretesto per esprimere violenza verso tutto ciò che ritengono una novità, quindi anche verso l’omosessuale, inteso come deviazione dalla loro normativa”.
I due autori dello studio proseguono poi inanellando una serie di casi di personalità note al pubblico per un certo tipo di opinioni in campo sessuale, ma pizzicate poi in situazioni che sarebbero state considerate poco edificanti in primo luogo da loro stessi. “Penso che fossi così violento con gli altri, a causa della mia guerra interiore, spiegò Ted Haggard, leader evangelico americano che considerava l’omosessualità un peccato, ma si dimise dopo uno scandalo che lo vide coinvolto assieme ad un’ex prostituta maschio”, scrivono i due psicologi.
“Larry Craig, ex senatore repubblicano che si oppose in aula all’introduzione del reato di odio rispetto all’orientamento sessuale di una persona, fu arrestato per aver compiuto atti osceni in un bagno e in presenza di un uomo”, continuano i due accademici nel tentativo di dimostrare quella che Freud chiamava “formazione reattiva”. Un duplice atteggiamento quindi: da un lato il soffocamento dei propri istinti, e dall’altro la repressione delle tentazioni esterne, anche attraverso l’uso della violenza. Della tolleranza invece, nessuna traccia.
TWITTER: @nicoladituri
Vedi anche:
L’omosessualità è contro natura? Chiedetelo agli animali


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