ADDIO JOBS
Ci hai cambiato la vita.
Ci hai cambiato la vita.
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Steve Jobs |
Solo un comunicato: «Steve è morto in pace, circondato dai suoi cari. Nella sua vita pubblica è conosciuto come un visionario, nella vita privata egli ha amato la sua famiglia. Siamo grati a tutti coloro che ci sono stati vicini e hanno pregato per lui in questo ultimo anno della malattia. Sappiamo che sono in molti a piangerlo insieme a noi e chiediamo a tutti di rispettare la nostra privacy in questo momento di lutto».
Inevitabile chiedersi quale sarà il futuro della Apple. Per decenni, ed in particolare negli ultimi 14 anni, il marchio della mela e il nome di uno dei manager più noti ed apprezzati del pianeta sono stati praticamente inscindibili.
Lo scorso 25 agosto Steve Jobs aveva annunciato le sue dimissioni irrevocabili da amministratore delegato della Apple, l’azienda che aveva contribuito a fondare e che dall’orlo della bancarotta aveva portato fra le grandi. Quarantun giorni dopo, poco prima delle 2 italiane, è arrivata la tanto temuta quanto attesa notizia: a finirlo è stato quel male che per anni lo ha tormentato e lentamente consumato. Ma che non gli ha impedito di continuare a esercitare la sua straordinaria leadership e genialità. Caratteristiche che lo hanno portato, con le sue invenzioni, a rivoluzionare la vita di milioni di persone.
I messaggi di addio a Steve Jobs |
«Stay hungry, stay foolish», uno dei discorsi più noti di Jobs,
tenuto all’Università di Stanford nel giugno del 2005
Fu lui che nel 1977, dopo avere creato la Apple insieme all’amico Steve Wozniak, lanciò il primo personal computer della storia. La marcia era appena incominciata: lasciò la sua Apple nel 1985, in polemica con l’amministratore delegato da lui stesso nominato. Quando fu richiamato, nel 1996, l’azienda di Cupertino era in profonda crisi, e Jobs in quindici anni l’ha trasformata nella società più ricca del pianeta. Nel 2007 la rivista Fortune lo ha indicato come l’uomo d’affari più potente del mondo: il suo rivale di sempre, il fondatore della Microsoft, Bill Gates, finì solo sesto. Nel 2010, quando già la malattia lo aveva allontanato da ogni ruolo operativo in Apple, il Financial Times lo aveva eletto Uomo dell’Anno, riconoscendo la sua capacità di «riportare in vetta un’azienda raccolta sull’orlo del fallimento».
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